Napoli, il comitato Remigrazione e Riconquista denuncia l’ex centro d’accoglienza abbandonato: “Un simbolo di spreco”

Napoli, 20 novembre – Il comitato Remigrazione e Riconquista ha scelto il cuore del centro storico per la sua prima azione nel capoluogo campano, calando uno striscione e tricolori dall’ex centro d’accoglienza di Vico Santa Maria Vertecoeli, una struttura comunale di tre piani finanziata con fondi SAI, utilizzata dal 2022 al 2025 e oggi completamente abbandonata.

«Abbiamo scelto questo luogo perché incarna perfettamente ciò che denunciamo da anni: fondi pubblici spesi senza criterio, strutture aperte e poi dismesse, e un sistema dell’accoglienza che produce solo spreco», afferma il Comitato.

L’immobile si trova a pochi passi da Porta Capuana, area recentemente finita sulle cronache nazionali per il terribile stupro di una giovane donna da parte di un nordafricano irregolare. «Siamo in un quartiere dove ogni giorno si registrano episodi di risse, accoltellamenti, spaccio e violenza – continua il Comitato – e dove i cittadini combattono da oltre un decennio contro gli effetti dell’immigrazione incontrollata, restando puntualmente inascoltati dalle istituzioni».

All’interno della struttura sono ancora presenti mobili, cucine e lavatrici. «È la prova evidente – sottolinea il Comitato – di come questo sistema sia un circolo vizioso che arricchisce pochi, uno schiaffo alla miseria in una città che avrebbe invece bisogno di fondi per ben altre priorità».

Tra i punti centrali della proposta del Comitato vi è la creazione di un Fondo per la Remigrazione, finanziato attraverso un taglio drastico alla spesa per l’immigrazione. «Vogliamo destinare questi fondi ai patti di remigrazione volontaria e a tutte le spese logistiche necessarie per riportare ordine e sicurezza nei nostri quartieri».

Con questa iniziativa, anche a Napoli prende avvio un percorso di mobilitazione che porterà a una grande raccolta firme. «La nostra proposta di legge sulla remigrazione – conclude il Comitato – arriverà fino in Parlamento».

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