Francesco de Pinedo: Le Grandi Imprese del Pioniere dell’Aviazione Italiana
Francesco de Pinedo nacque a Napoli il 16 febbraio 1890 da una famiglia nobile.
Inizialmente entrò nell’accademia navale e prestò servizio durante la guerra Italo- turca con il grado di aspirante guardiamarina e venne imbarcato sulla temibile corazzata “Vittorio Emanuele”.
Allo scoppio della grande guerra prestò servizio su un cacciatorpediniere; nel 1917 entrò a far parte dell’aviazione navale e l’anno successivo divenne pilota ricognitore al comando della 256a squadriglia e si distinse per il resto del conflitto.
Nel primo dopoguerra continuò la sua attività di pilota ma eseguì voli dimostrativi, divenendo poi il 16 ottobre 1923 a tutti gli effetti pilota dell’aeronautica militare; in quel periodo Mussolini guardava con molto interesse l’aviazione, il Duce stesso definì il nobile napoletano un “messaggero d’Italianità”.
Nel 1925 effettuò un volo di 55.000km in 360 ore di volo con un Savoia 16-ter (idrovolante biplano) soprannominato “Gennariello”, partendo da Sesto Calende a Melbourne (Australia) poi a Tokyo ed infine a Roma, de Pinedo dichiarò che questa era “Una sfida gettata allo spazio”.
Due anni dopo attraversò l’Atlantico, sorvolò le Americhe da Sud a Nord e ritornò in Italia (sorvolando di nuovo l’Atlantico).
Venne nominato nel 1929 Generale e divenne sottocapo di stato maggiore dell’Aeronautica, ma si dimise dopo poco diventando addetto aereonautico fino al 1932.
Nobile esempio di genio, e audacia partenopea, è stato capace di imprese ardite e fino ad allora impensabile.
Morì il 3 settembre 1933 a New York in un tragico incidente: perse il controllo durante la corsa di decollo e urtò contro i bordi della pista. De Pinedo balzò fuori dell’abitacolo e rimase ucciso dalle fiamme del carburante fuoriuscito dal serbatoio.