In Campania è chiusura di campagna elettorale col botto, anzi con le botte. Da orbi. Nel senso che se le sono date a la cecata. Metaforicamente e no. A farne le spese è stato il grillo-vvf Salvatore Flocco. VVF non nel senso di specie protetta e non du grillo, ma inteso quale vigile del fuoco e candidato consigliere al Consiglio regionale che ha “preso un calcio tremendo da dietro e una spinta”, durante il corteo (più passerella, in verità), dove si trovava insieme al candidato presidente Robertino Fico e alla guest star mr. pochette Peppino Conte nello storico quartiere della Pignasecca di Napoli.
Non sappiamo se il calcio sia stato dato in culo che fa molto volontà del popolo, ma alla Pignasecca il “grillista” è caduto come un fico secco. Subito però ha politicizzato la caduta dicendo che se sarà eletto (tipico e topico grillinismo fico-dimaiolo in luogo di “se dovessi essere eletto) sarò il consigliere anche di chi mi ha dato il calcio. Perché chi, dopo aver preso un calcio, essere rovinato a terra in un’uscita pubblica al cospetto del candidato presidente fu (io ancora non ci credo!) terza carica dello stato e col Segretario nazionale del tuo partito si alza grazie alla gente e non dice “Condanno ogni violenza”? Magari era solo il classico sgambetto, una buca della strada, un laccio sciolto della scarpa, la pap…pamollezza nelle cosce… ma, si sa, la politica per certa gente è ormai fare di necessità virtù.
Tutto perché venivano contestati dalla loro stessa gente. Dai lori simili. Da un omologo in potenza. Tale Giuliano Granato, candidato pr….esidente appoggiato (non da dietro in modalità Flocco e, visto l’ambiente, è un gran culo… Ops fortuna) da Potere al Popolo. Granato si è armato di sgabello e microfono ed è andato alla Pignasecca per rincorrere Fico che a sua volta rifiuggiva dopo essere già scappato dal pubblico confronto in Rai, come un partigiano qualunque. In fuga per la vittoria, quella di non confrontarsi. Come un compagno qualunque.
E arrivarono quattro gendarmi, con i pennacchi, con i pennacchi… Ops, loro dicono, ACAB… e fecero pure i pacchi, visto che ancora una volta non hanno parlato di programmi, di idee, progetti… Anzi, non hanno proprio parlato.
Il cacio sui maccheroni, però, è leggere la notizia dell’accaduto da Antifa-npage che fa capo a quel ruotolo di Sandro, membro del Parlamento europeo.
Insomma, una prova generale su stile scazzottata liberatoria del 25 aprile tra brigata ebraica e anpi per stabilire chi sia più antifa che affonda le radici nella guerra civile del ’45 da parte dei banditi con lo straccio rosso al collo che sono arrivati persino a infoibare la loro gente. Scappavano ieri, scappano oggi. Persino dai loro simili.
Fico sarà pure laureato in canzone neomelodica, con una tesi sulla fenomenologia di Mario Merola e sull’analisi di Aurelio Fierro, ma stavolta gliele hanno suonate e cantate di santa ragione. Per dirla nel gergo che li accomuna “🎶🎶Curre Curre, guaglio’…”
