Riflessioni sul caso Passaggio al Bosco a “Più libri più liberi”

Di Palmentano Napoletano

Se in gioventù mi fossi dedicato allo studio della psicologia probabilmente mi sarei laureato proponendo un ritratto approfondito delle patologie psichiche che affliggono i nostri “sinistri amici”.

Il nuovissimo scandalo su una casa editrice che si permette persino di presentarsi con uno stand (lautamente pagato) ad una fiera della libera editoria sarebbe stato certo centrale nello sviluppo della mia tesi.

Certo, mi sarei chiesto cosa possa spingere l’ex deputato Fiano a chiedere l’allontanamento della casa editrice Passaggio al Bosco dalla fiera “Più libri Più liberi” dopo aver urlato alla censura lamentando l’importanza del contraddittorio e dell’espressione libera del pensiero neanche un mese prima, quando un gruppo di studenti ProPal ne avevano impedito l’intervento all’università Ca’ Foscari.

L’essersi trovato improvvisamente “seduto dalla parte sbagliata” dovrebbe in maniera semplice far comprendere quanto sia assurdo concepire un sistema per cui una parte può decidere “a sentimento” chi possa parlare e chi no, ma la lezione sembra non essere stata chiara per il nostro amico ex deputato.

Cosa dire poi ad un noto professore universitario che firma una lettera chiedendo la rimozione del banchetto di Passaggio al Bosco perché interprete di una visione del mondo a lui poco confacente?

Lo sa il professor Barbero che furono fascisti Ungaretti e Pirandello? Per coerenza ci aspettiamo ora una sua lettera in cui chieda che le opere di entrambi non siano più vendute in alcuna libreria.

Una bella letterina se la meritano certo anche i suoi amici di La Repubblica dato che nella mia libreria fa bello sfoggio un volume edito proprio da loro di “Viaggio al termine della notte” di quel Céline di cui è nota la simpatia per un famoso politico tedesco dal baffetto inconfondibile.

Possiamo fare ancora di meglio caro Barbero: “Passaggio al Bosco” è un esplicito riferimento al celeberrimo “Trattato del Ribelle” di Ernst Jünger curiosamente presente nel catalogo Adelphi, vogliamo forse dimostrarci ipocriti e non colpire la nota casa editrice milanese?

Una parolina poi, sempre per non risultare ridicolo, il professore incontestabile dovrebbe certo riservarla anche ad Utet ed Einaudi, entrambe colpevoli di aver ristampato “I frutti della terra” di Knut Hamsun.

Un libro che fruttò all’autore il nobel per la letteratura che il norvegese regalò con infinita stima ad un certo Joseph Goebbels.

Sarebbe ancora lunga la lista di libri da mettere all’indice e di case editrici decisamente colpevoli, ma non vorremmo ora tediare ulteriormente i nostri, pochi, lettori. 

Inutile poi perdere tempo con tutta quella pletora di attorucoli e fumettari aggregatisi alla polemica in cerca di un attimo di notorietà.

Per fortuna non serve scomodare né Freud né Jung per comprendere cosa muova i novelli censori: per anni la sinistra si è arrogata, in maniera del tutto autoreferenziale, una veste egemone nel mondo della cultura e tra salottini di amici e raccomandazioni clientelari si è spartita ogni spazio e ruolo di questo ambito.

Fu questo che spinse il romanziere John Fante ad andarsene schifato dal suo tour italiano quando si accorse che la critica del bel paese era appannaggio totale di questa subdola parte politica.

E’ un sistema ben rodato che, similmente a quello mafioso, costruisce lobby, minaccia e crea pressioni pur di escludere chiunque non sia pronto a mettersi al servizio.

La vera novità è, in effetti, il risultato: Passaggio al Bosco sarà regolarmente presente alla fiera e a chi ne chiedeva l’estromissione non resta che affidarsi a qualche crema per lenire il bruciore.

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