Il Martirio di Daniel Wretström
Daniel Wretström aveva solo 17 anni quando fu brutalmente assassinato da una Gang multirazziale a Salem, sobborgo di Stoccolma. La sua “colpa” agli occhi dei suoi vili aguzzini era quella di essere un “razzista”.
Ma in realtà era semplicemente un membro del “Vit legion”, un patriota svedese. In quelle settimane, a seguito di un episodio rivelatosi infondato, in Svezia inizia una campagna mediatica contro i camerati svedesi che crea un clima di tensione nella società; i nazionalisti furono accusati di aver ucciso una bambina straniera di sei anni.
Particolarmente grave fu una lettera del primo ministro svedese in cui incitava a schiacciare tutti gli “estremisti di destra”. In questo contesto la sera del nove Dicembre, mentre Daniel aspetta il pullman per tornare a casa, viene notato da un gruppo composto da qualche antirazzista svedese e ragazzi stranieri. Una ragazza si avvicina al povero Daniel e dopo averlo insultato incita gli altri al linciaggio.
D’altronde per le sue idee non meritava di vivere. Il ragazzino cerca di mettersi in salvo ma invano. Viene colpito da una furia bestiale. Una ragazza vede la scena e urla, ma viene minacciata con una spranga di ferro, utilizzata per colpire al capo Daniel.
Ma tutto ciò non basta, il “razzista” deve essere schiacciato. Così un ragazzo più grande di lui di nome Kaled Odeh, decide di prendere un coltello e finirlo, nonostante fosse svenuto. Daniel viene colpito quattro volte alla schiena, con una forza tale da spezzare la lama, poi il miserabile lo finisce con un colpo al collo.
Morirà in una pozza di sangue, soccorso inutilmente dalla ragazza che aveva visto inerme tutta la scena. Gli assassini dopo essersi dati alla fuga, grazie a varie testimonianze vengono arrestati, ma il processo sarà una gigantesca farsa. Kaled Odeh viene giudicato incapace di intendere al momento dell’omicidio; fu condannato alla reclusione in una clinica psichiatrica per un processo di rieducazione. Alcuni furono condannati al risarcimento di 1800 corone (200 euro!!!) o a quarant’otto ore di servizi socialmente utili, altri addirittura assolti.
La morte di Daniel lascerà un vuoto incolmabile nella sua famiglia e nei suoi amici e soprattutto dolore, perché la sua morte non ha avuto giustizia; la sua vita evidentemente valeva poco. Il martirio di Daniel però non è mai stato dimenticato dai suoi camerati, ed è per questo che si svolge ogni anno a Salem una marcia in suo onore.