Armando Diaz: biografia e imprese militari del Duca della Vittoria

Armando Diaz: biografia e imprese militari del Duca della Vittoria

Armando Diaz: biografia e imprese militari del Duca della Vittoria

Armando Vittorio Antonio Giovanni Nicola Diaz nacque a Napoli nel palazzo al numero 22 di strada Cavone a Sant’Eframo nuovo, oggi via Francesco Saverio Correra, in sezione Avvocata. Figlio dell’ufficiale di Marina ingegnere del Genio Navale Don Ludovico, nativo di Gaeta e di Donna Irene dei baroni Cecconi, Armando fu avviato giovanissimo alla carriera militare come allievo della Scuola Militare Nunziatella e in seguito come allievo dell’Accademia militare d’artiglieria di Torino, dove divenne ufficiale.

Prese servizio nel 1884 al 10º Reggimento di artiglieria da campo, e dal 1890 al 1º Reggimento di artiglieria da campo col grado di capitano. Nel 1894 frequentò la Scuola di guerra, classificandosi primo. Due anni dopo (23/IV/1896, cf. annotazione su atto di nascita) sposò a Napoli Sarah de Rosa dei conti Mirabelli di Calvizzano. Dal 1895 al 1896 servì nello Stato Maggiore, e nel 1899 fu promosso maggiore, comandando per 18 mesi un battaglione del 26º Reggimento fanteria.

Tenente colonnello nel 1905, passò dopo alcuni anni alla Divisione di Firenze come capo di Stato Maggiore. Nel 1910, partecipò alla guerra Italo-Turca, fu ferito a Zanzur, nel 1912.

Prima guerra mondiale

Nel 1915, alla dichiarazione di intervento dell’Italia nella prima guerra mondiale, Luigi Cadorna lo nominò generale di brigata, con incarico al Corpo di Stato Maggiore come addetto al comando supremo del reparto operazioni. Ma nel giugno del 1916 chiese di essere destinato a un reparto combattente. Promosso generale di divisione, gli fu affidato il comando della 49ª Divisione nella 3ª Armata, e nell’aprile del 1917 assunse la carica superiore al XXIII Corpo d’armata. Questo periodo prima gli valse la medaglia d’argento al valor militare per una ferita riportata alla spalla.

La sera dell’8 novembre 1917 fu chiamato, a sostituire Luigi Cadorna nella carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito italiano. Egli disse in proposito: «Assumo la carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito. Conto sulla fede e sull’abnegazione di tutti». E ancora, sulla condizione dell’esercito: «L’arma che sono chiamato a impugnare è spuntata: la rifaremo».

Recuperato quello che rimaneva dell’esercito italiano dopo la disfatta di Caporetto, organizzò la resistenza sul fiume Piave e sul monte Grappa, da dove si ricollegava poi al vecchio fronte sull’altopiano di Asiago e nel Trentino meridionale.

Diaz si distinse per un opera di riorganizzazione e riassestamento dell’intero esercito, rimodernandone struttura e armamento e procedette anche ad una riorganizzazione ed un potenziamento del corpo degli Arditi.

Sopra ogni cosa Diaz dedicò molta cura a migliorare il trattamento dei soldati onde guarire i guasti del morale dei reparti:Alle unità che scendevano dal fronte furono assicurati un riposo effettivo, alloggiamenti confortevoli e possibilità di svago con lo sviluppo di centri ricreativi detti “case del soldato”, spacci cooperativi, organizzazione di spettacoli, manifestazioni sportive e case chiuse

Nell’autunno del 1918 guidò alla vittoria le truppe italiane, iniziando l’offensiva il 24 ottobre, con lo scontro tra 58 divisioni (51 italiane, 3 britanniche, 2 francesi, 1 cecoslovacca, 1 reggimento statunitense) contro 73 austriache. Il piano non prevedeva attacchi frontali, ma un colpo concentrato su un unico punto – Vittorio Veneto – per spezzare il fronte nemico. Iniziando una manovra diversiva, Diaz attirò tutti i rinforzi austriaci lungo il Piave, che il nemico credeva essere il punto dell’attacco principale, costringendoli all’inazione per la piena del fiume.

Nella notte tra il 28 e 29 ottobre, Diaz passò all’attacco, con teste di ponte isolate che avanzavano lungo il centro del fronte, facendo allargare le ali per coprire l’avanzata. Il fronte dell’esercito austro-ungarico si spezzò, innescando una reazione a catena ingovernabile. Il 30 ottobre l’esercito italiano arrivò a Vittorio Veneto, mentre altre armate passarono il Piave e avanzarono, arrivando a Trento il 3 novembre.

Il 4 novembre 1918 l’Austria-Ungheria capitolò, e per la storica occasione Diaz stilò il famoso Bollettino della Vittoria, in cui comunicava la rotta dell’esercito nemico ed il successo italiano.

Al termine della guerra Diaz con Regio Decreto motu proprio del 24 dicembre 1921 e Regie Lettere Patenti dell’11 febbraio 1923, venne insignito del titolo di Duca della Vittoria.

Il 24 febbraio 1918 era stato nominato dal re senatore del Regno

Andando contro il parere di Pietro Badoglio, Diaz sconsigliò, nel 1922, una soluzione militare della crisi innescata dalla marcia su Roma. (Certo, Maestà. Ma sarebbe meglio non metterlo alla prova (l’esercito))

Dopo essere entrato nel primo governo Mussolini, assunse l’incarico di Ministro della Guerra, varando la riforma delle forze armate e accettando la costituzione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale sottoposta al potere personale del Duce. Terminata l’esperienza governativa il 30 aprile 1924, si ritirò a vita privata.

Nello stesso anno, venne premiato insieme al generale Cadorna del grado di Maresciallo d’Italia, istituito espressamente da Mussolini per onorare i comandanti dell’esercito nella prima guerra mondiale..

Morì a Roma il 29 febbraio del 1928 dove fu sepolto nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, dove riposa vicino all’ammiraglio Paolo Thaon di Revel e a Vittorio Emanuele Orlando. Al suo funerale parteciparono Mussolini e il re Vittorio Emanuele III.

Onorificenze italiane

Cavaliere dell’Ordine Supremo della Santissima Annunziata — 1919
Cavaliere di gran croce dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro — 1919, de jure

Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di Savoia — 24 maggio 1919

«Perché, assunto all’ufficio di capo di Stato Maggiore dell’esercito in una situazione di guerra molto difficile, con sagace opera di organizzazione e con avveduta efficace condotta di comando, sempre altamente ispirato agli interessi del Paese, seppe ottenere tale grado di preparazione morale e bellica delle truppe da superare vittoriosamente l’ardua prova di una grande battaglia impegnata dal nemico con forze e mezzi imponenti»

Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Corona d’Italia — 1919, de jure

Medaglia d’argento al valor militare — 3 ottobre 1917
«Comandante di corpo d’armata, durante una ricognizione nelle linee più avanzate rimaneva colpito ad un braccio da palletta di granata a doppio effetto. Vincendo l’aspra sofferenza prodotta dalla ferita, riusciva a dissimulare l’una e l’altra, e procedeva oltre, imperturbato, fino all’esaurimento del proprio compito, occupandosi, con la serenità e l’interessamento consueti, di ogni particolare, e lasciandosi curare soltanto alcune ore più tardi: esempio nobilissimo di forza d’animo e sentimento del dovere.»

Medaglia d’argento al valor militare — 1912
Croce al merito di guerra, seconda concessione
Medaglia commemorativa della guerra italo-turca 1911-1912

Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915 – 1918 (4 anni di campagna) — 1920

Medaglia commemorativa dell’Unità d’Italia 1848-1918 — 1922

Medaglia interalleata della Vittoria (1918) — 1920

Medaglia Mauriziana pel merito militare di dieci lustri per ufficiali generali

Onorificenze straniere


Commendatore dell’Ordine del Dragone (Annam, Impero vietnamita, per il governo francese)
Commendatore dell’Ordine imperiale di Francesco Giuseppe (Impero austro-ungarico)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Leopoldo (Belgio)
Croce di Guerra 1914-1918 (Belgio)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Leone Bianco (Cecoslovacchia)— 20 luglio 1926
Cavaliere di gran croce dell’Ordine del grano d’oro (Cina)
Cavaliere dell’Ordine della Libertà (Estonia)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine della Legion d’Onore (Francia)
Medaglia militare (Francia)
Croce di Guerra 1914-1918 (Francia)
Gran Cordone dell’Ordine supremo del Crisantemo (Giappone)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine del Principe Danilo I (Regno di Montenegro)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine di Polonia Restituita (Polonia) — 1922
Croce di Commendatore dell’Ordine Virtuti Militari (Polonia)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare della Torre e della spada, del valore, lealtà e merito (Portogallo)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine militare di San Benedetto d’Avis (Portogallo)
Cavaliere di I classe dell’Ordine dell’Aquila Rossa (Regno di Prussia)
Cavaliere gran croce onorario dell’Onorevolissimo Ordine del Bagno, divisione militare (GCB, mil., Regno Unito) — 1919
Membro di I classe dell’Ordine di Michele il Coraggioso (Regno di Romania)
Cavaliere di gran croce dell’Ordine equestre per il merito civile e militare di San Marino (Repubblica di San Marino) — 23 novembre 1918
Balì gran croce d’Onore e Devozione del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta (SMOM) — 1919
Collare del Reale e Distinto Ordine spagnolo di Carlo III (Spagna) — 18 aprile 1921
Medaglia del Servizio Distinto (Stati Uniti d’America).

Ogni anno, nel Week end tra la fine di Febbraio e l’inizio di marzo, la Sezione Berta, congiuntamente ad altre realtà nazionaliste, depone una corona di fiori al Monumento a Rotonda Diaz.

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