Il Plan Sur: come il Franchismo ha evitato che la tragedia di Valencia diventasse un’ecatombe

Il Plan Sur: come il Franchismo ha evitato che la tragedia di Valencia diventasse un’ecatombe

Il Plan Sur: come il Franchismo ha evitato che la tragedia di Valencia diventasse un’ecatombe

Negli ultimi giorni abbiamo assistito alla tragedia di Valencia, dove una DANA (letteralmente acronimo di “Depressione Aislada en Niveles Altos,” ovvero “goccia fredda”), un fenomeno temporalesco molto potente che frequentemente colpisce la costa spagnola, ha causato lo straripamento dei fiumi Turia, Poyo, Rambla, Picassent e Magro, inondando l’area metropolitana di Valencia, ma non la città stessa, provocando, ad oggi, 205 morti, con decine di dispersi e migliaia di sfollati.

Ma si tratta di un evento eccezionale dovuto al cambiamento climatico?
Le cose non sembrerebbero proprio così.
Iniziamo col dire che la città di Valencia sorge su una zona alluvionale e, proprio per questo, è stata colpita più volte da questi fenomeni. Dal 1238 sono registrate a Valencia almeno 11 alluvioni devastanti. Dal 1800, invece, si registrano i seguenti eventi:

  • 27 novembre 1802 – Un’alluvione distruttiva causa circa 500 vittime a Valencia e nelle aree circostanti.
  • 23 ottobre 1821 – Circa 350 vittime e gravi danni alla città.
  • 14 ottobre 1834 – Circa 40 vittime e molti danni alle infrastrutture.
  • 4 ottobre 1837 – Vittime stimate inferiori a 20.
  • 15 ottobre 1844 – Non sono disponibili stime precise sul numero di vittime.
  • 13 novembre 1864 – Circa 30 vittime.
  • 4 novembre 1884 – Circa 12 vittime.
  • 14 novembre 1897 – 15 vittime e allagamenti in varie aree della città.
  • 13 ottobre 1898 – Numero di vittime stimato a meno di 10.
  • 29 settembre 1899 – 25 vittime, numerose zone della città colpite.
  • 8 ottobre 1905 – Circa 15 vittime.
  • 14 ottobre 1916 – Circa 20 vittime e molti danni materiali in diverse aree della città.
  • 18 ottobre 1924 – Circa 20 vittime e danni estesi.
  • 7 novembre 1949 – Circa 7 vittime e gravi disagi nelle infrastrutture.
  • 6 novembre 1957 – La “Gran Riada de Valencia” è una delle peggiori alluvioni nella storia della città, con centinaia di vittime e migliaia di sfollati, portando alla decisione di adottare il Plan Sur.
  • 11 settembre 1961 – Una dozzina di vittime e dispersi.
  • 20 ottobre 1982 – “Riada de Tous,” una devastante alluvione causata dal cedimento della diga di Tous, con 30 vittime e danni su larga scala.
  • 3 novembre 1987 – 5 vittime riportate.
  • 14 ottobre 1989 – 4 vittime.
  • 13 ottobre 2007 – Un’alluvione intensa colpisce la città con ingenti danni, ma senza vittime registrate.
  • 4 novembre 2020 – Una pioggia molto intensa provoca allagamenti in tutta la città, con danni considerevoli, ma non risultano vittime.

Cosa ci dicono questi dati? E cos’è il Plan Sur?

I dati ci dimostrano che la zona è naturalmente soggetta a questi fenomeni, in varie forme e gravità. Fenomeni che, fino ad oggi, erano stati molto mitigati dal Plan Sur. Il Plan Sur è, infatti, un’opera di canalizzazione delle acque del fiume Turia, realizzata dal governo franchista dopo la grave alluvione del 1957 e terminata nel 1973. (Il fiume scorreva letteralmente all’interno della città). L’opera ha spostato la foce di 12 km e, con una capacità di 5.000 metri cubi d’acqua, è riuscita a mitigare completamente altre inondazioni e, in quest’ultima, ha salvato il centro abitato di Valencia. Se l’avesse colpita direttamente, considerando che Valencia supera gli 800.000 abitanti, sarebbe stata un’ecatombe.

Perché allora l’alluvione c’è stata lo stesso?

Guardando anche i dati storici, il Plan Sur ha mitigato quasi completamente altre alluvioni, ma oggi non è più sufficiente, a causa della forte cementificazione della zona negli ultimi anni.

Va specificato che il Plan Sur è un progetto incompleto: il piano originale prevedeva anche la costruzione di un ulteriore bacino idrico di 164 milioni di metri cubi, che sarebbe stato certamente utilissimo per prevenire la tragedia. Purtroppo, durante la sua costruzione, l’attacco marocchino del 1957 alla colonia del Sahara spagnolo comportò un rinvio dell’opera. Nel 1975, inoltre, il franchismo cadde.

Su questo punto insiste molto la stampa progressista e antifascista (tra cui Open), che non riconosce i meriti del franchismo per aver costruito una delle più grandi opere contro il dissesto idrogeologico del paese, ma accusa di aver preferito finanziare la guerra piuttosto che completare l’opera (come se un paese avesse la scelta di farsi invadere, né il franchismo poteva sapere che sarebbe crollato poco dopo).

Questi critici non ricordano che la democrazia spagnola ha avuto 49 anni per riprendere il progetto, adeguarlo e aggiornarlo alle criticità del XXI secolo, ma è rimasta in un immobilismo atavico.

Ps. Questo articolo non intende negare il cambiamento climatico (né sarebbe questo il momento adatto per affrontare il tema), ma solo contestualizzare i fatti, evidenziando che, se l’uomo si impegna a gestire e regimentare certi fenomeni, ottiene risultati maggiori rispetto a chi si limita a lamentarsi della “ultima generazione”.

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